Arturo Badii

Mi chiamo Arturo Badii faccio il fabbro ma sono figlio di contadini.
Tutti sapete cos’era la mezzadria, il pane fatto in casa, l’olio a macine, la raccolta dei marroni, bruciate e ballotte tutti dentro il grande camino che bruciava tanta legna ma calore poco.
Le cose di cui vi parlerò mi sembrano poco raccontate.
Ad esempio la preparazione dell’aia per le piccole battiture: l’aia era lastricata e quindi con tanti spazzi vuoti ed i semi si sarebbero persi, allora veniva raccolto del letame di bovini e messo in un bidone, veniva diluito e impastato (non ricordo se c’era anche un po’ di paglia), dopo veniva spanto nell’aia “imbuinatura” e col sole seccando aveva la funzione di una “asfaltatura naturale”; ovviamente non doveva piovere! Poi portate le sementi, in genere venivano battute a mano o con il “correggiato”, due bastoni, uno più lungo da tenere con le mani, l’altro legato all’estremità e con grande abilità veniva fatto ruotare battendo le sementi, i materi o matteri servivano per fare le ceste e panieri. Le ceste erano belle grandi e venivano adoperate per la vendemmia. Andavamo nel bosco dove si sceglievano i polloni di castagno, i più dritti, venivano tagliati a circa 150 cm. In genere dopo fatto il pane, col forno ancora caldo, venivano messi a cuocere per circa 40 minuti, tirato fuori veniva intaccato col pennato o altro strumento a taglio poi sfilacciato in stecche e conciate con coltello a petto su una panca apposita.

Foto del 15 agosto 1943 fatta a Panzano. Nonostante le difficoltà nel giorno di festa come erano vestiti bene!

  • 28-04-20 alle 11.30
  • Campagna